Il film  può essere letto anche osservandolo dal punto di vista del tema della scelta: progetti, sogni, paure, realizzazione, affidarsi alla provvidenza.

In parte si interseca con gli approfondimenti sulla coscienza educativa e quella spirituale analizzati nel percorso “la libertà, la responabalilità, la coscienza“. In queste scene si vede la vicenda dei sogni di due ragazzini, che progettano e cominciano a sperimentare l’affettività, si misurano sulla capacità di progettare la realizzazione dei propri sogni. E tutto questo perchè hanno condiviso un pezzo di storia triste ma intenso.

Che cosa oggi si sperimenta insieme che ci unisce? Quali i sogni dei ragazzi? C’è ingenuità nei loro progetti? C’è l’idealizzazione di un mondo che non ci sarà mai? Quelli erano gli anni del dopo guerra: tanta miseri ma anche tante opportunità. Anche noi forse siamo in un tempo di crisi (post pandemia) ma più che tempo di sogni sembra tempo di disillusioni… o forse no?

 I due diventano grandi e si scontrano con la realtà, che ha risvolti concreti e storici (la famiglia di Anna sta meglio e sono venuti a riprenderla e portarla nel paese) e risvolti personali ed affettivi (Anna sceglie di tornare al paese per stare con la sua famiglia).

Come fare quando la vita non va come avevamo progettato?Quando è giusto cambiare progetti e quando invece bisogna continuare a crederci?

Infine le cose si sistemano, ma questo richiede certo pazienza, ma soprattutto lasciare l’altro libero per amore (scena della barca), prendersi dei rischi (“in mezzo al mar non ghe sé taverne”), e sapersi assumere le proprie responsabilità (saper portare insieme le valigie). Per Marella la Provvidenza (o disegno di Dio) passa attraverso la capacità di affidarsi a Dio ma anche attraverso il fatto che Dio si fida di noi, a costo di lasciarci sbagliare.

C’è un disegno di Dio sulla vita di ciascuno di noi? E come si scopre e come si può collaborare? Che cosa può riempire davvero il bisogno che abbiamo ciascuno dentro di noi?

a cura di don Paolo Dall’Olio