Giovanni Bersani
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Il mio primo incontro con Don Marella fu al Liceo Minghetti, che frequentai dal 1931 all’estate del 1933. Era professore di Storia e Filosofia nella mia classe ed era allora completamente diverso da come i bolognesi lo hanno poi conosciuto. Vestito in clergyman di foggia particolarmente accurata, appariva esile, di media statura, con un portamento insieme riservato e gentile. Il timbro della sua voce era limpido, ben lontano da quello tutto particolare – rauco e sofferto – che tutti ben ricordano. Fu poco dopo, tra la fine del Liceo e l’inizio dell’Università – tra il 1933 e il 1934 – che mi trovai a essere tra i testimoni del graduale cambiamento del Prof. Marella in Padre Olinto.

Egli iniziò a frequentare la Conferenza di San Vincenzo degli Universitari Cattolici, trovando così un nuovo modo di incontrare i suoi ex studenti. Ricordo, in particolare, una circostanza. Ad un certo momento, in pieno inverno, arrivarono anche a Bologna un gruppo di famiglie italiane espulse, insieme a molte altre, dai Turchi dopo i fatti dell’Asia Minore. Si era in pieno inverno, con nevicate intermittenti. Le famiglie, tutte con molti bambini, furono sistemate nel cosiddetto “Baraccato” fuori Porta Lame, all’estrema periferia della città d’allora. Si trattava di vere e proprie baracche, con i sostegni di legno e, come copertura, delle lamiere. Dalle fessure passavano fiocchi di neve. La condizione di quelle famiglie, nel rigido inverno bolognese, era tra le più pietose. Il Prof. Marella, nel suo elegante clergyman, era venuto con un gruppo di noi universitari. Restammo tutti molto commossi ma il più commosso di tutti, in modo che in un certo senso ci colpì, apparve tuttavia il Prof. Marella.

Ritrovai Padre Marella ormai completamente votato alla sua straordinaria missione di servizio ai più poveri, ai più indifesi, ai più abbandonati. Sulle sue iniziative, sul continuo operare della Provvidenza a sostegno delle sue opere, in apparente disordine e pur così efficienti nel rispondere a domande che nessun altro era disposto ad ascoltare.

Considero come uno dei doni più importanti ricevuti nella mia ormai lunga vita l’incontro con una così straordinaria figura di apostolo e amico dei poveri, entrato in modo così singolare nel cuore di tutti i bolognesi e nella storia più vera della nostra città.

 

Progetto realizzato nell’ambito del bando Memoria del ‘900 promosso da