Giancarlo Masetti
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Sono entrato nell’Opera a dieci anni, nel 1945. In quel periodo il Padre era al massimo della sua attività e trascinava il gruppo degli allievi ovunque si spostasse. Durante la colazione ci osservava uno ad uno se il vestito era pulito e su misura. Quando si partiva per raggiungere la scuola dei Salesiani, camminava davanti a tutti e noi correvamo per raggiungerlo. Al pomeriggio era di ritorno a scuola, con le merende dentro le sporte appese alla bicicletta ed a sera ci attendeva assieme ai genitori degli scolari e ci faceva segno dove dovevamo recarci per tornare a casa.

Prima della cena vi erano i compiti e le tabelline da imparare a memoria. Prima del riposo il Rosario, con uno scampanellio energico per non dare scusanti ai ritardatari. A quel tempo c’era poi il problema del pane: non ce n’era mai a sufficienza. Il fornaio aumentava i chili, ma cresceva anche il conto da pagare. C’eravamo tutti quella volta in cui il fornaio presentò un conto altissimo. Il denaro era poco nella povera cassa del Padre. Chiese una dilazione.

Quel giorno alcuni di noi lo seguirono alla Chiesa di San Sigismondo, non ricordo per quale funzione. Al termine uscimmo e passando davanti alla Università, ci fermò un distinto che, sorridendo, scambiò alcune parole col Padre e gli mise nelle mani una busta. Erano soldi, esattamente quelli che servivano a pagare il fornaio! Non ho mai visto il Padre preoccupato per i debiti, tanto viveva nella fede della Provvidenza.

Ho vissuto poi l’impresa più audace del Padre: il raid aereo con l’intento di raccogliere fondi per la costruzione della Città dei Ragazzi a San Lazzaro di Savena. Tutti, bolognesi e non, facevano a gara per raccogliere fondi per questa opera.

Il raid prevedeva sei tappe: Firenze-Roma- Venezia-Milano-Torino-Bologna. Anche i giornali pubblicarono questo avvenimento. Sull’aereo c’era il Sindaco della Città dei Ragazzi che, all’arrivo, presentava al Sindaco della città raggiunta il progetto e con un discorso chiedeva aiuti. Quando l’aereo arrivò a Venezia, io, come membro della banda ero presente assieme a un folto gruppo di ragazzi. Fu festa grande.

Conservo nel mio intimo tanti ricordi e tanti esempi luminosi come questo che mi aiutano ancora oggi ad affrontare e superare le difficoltà della vita.

 

Progetto realizzato nell’ambito del bando Memoria del ‘900 promosso da