PADRE MARELLA ERA MOLTO AMICO DEL PAPA’ E LO ERA STATO ANCHE DELLA MAMMA
Ero molto piccola quando Padre Marella, come era sua abitudine ormai da diversi anni, veniva da Bologna a trovarci nella nostra casa di Ponte Nuovo di Magenta, con il camioncino, accompagnato da un gruppetto dei “suoi ragazzi”.
Era molto amico del papà, e lo era stato anche della mamma, sino ad assisterla durante tutta la sua agonia e darle l’ultima benedizione.
Il babbo aveva conosciuto il Padre nel lontano 1941, ai tempi della seconda guerra mondiale, mentre la mamma lo aveva conosciuto nel 1955, quando, da sposata, si era stabilita a vivere a Ponte Nuovo, nella bella villetta già abitata dal papà e riservata alla famiglia del Direttore degli Stabilimenti S.A.EEA., la famosa fabbrica di fiammiferi.
Entrambi avevano di lui grande stima e ammirazione.
Di Padre Marella ricordo bene la lunga barba bianca, incolta, che insieme agli abiti scuri mi incuteva un certo timore, soprattutto in un primo momento; ricordo gli scarponcini neri in panno con la cerniera, per me un po’ insoliti a vedersi; ricordo l’atteggiamento umile e dimesso e il sorriso accogliente.
Il papà, con grande generosità, gli donava tutto quanto chiedeva per i “suoi ragazzi” e di cui poteva disporre: pezzi di falegnameria, attrezzature e materiali vari, e … anche un po’ dei nostri giocattoli!
Padre Marella era molto affezionato anche ai miei fratelli, Pierluigi, Mariolina, Laura, e a me.
Il 1° marzo 1965, a poco più di un anno da che Mariolina aveva raggiunto, a soli sei anni di età, la mamma in Paradiso per una glomerulonefrite acuta, Padre Marella ha così scritto al papà:
“Carissimo Ingegnere,
volevo, davvero, venire a ringraziarla tanto anzitutto adesso per il caro ricordino, anche così toccante, della cara Mariolina: vorrei dire che è ormai anche nostra, insieme con la sua mamma Santa, non solo in Paradiso, anche qui, nella segreta ed evidente onnipresente “comunione dei Santi” in cui si perpetua il suo sorriso di dolcezza e innocenza, di amore.
Mi sono affrettato a venir oggi, senza preavviso, perché mi sono accorto tardi che altrimenti non avrei potuto più, prima di Pasqua, per gli impegni della Quaresima.
Mi permetto così di pregarla – se Le è possibile di disporre – per qualche tornio, chè si dia un lavoro ora, nella nostra scuola di meccanica, per cui sarebbe molto vantaggioso.
E così ho pregato qui i suoi cari e buoni collaboratori per qualche altra cosa (un po’ di populit, di carta e cartoncino, compensato multistrato, ferro da esercizi, qualche putrella, lime ecc.), che ci sono sempre tanto utili.
Ringraziando ancora, sempre per tutti invoco dal Signore ogni benedizione, ogni conforto. Con devozione.” Sac. G. O. Marella
E il 31 dicembre 1968 Padre Marella, già molto ammalato, ci ha scritto questa lettera, che conserviamo tanto cara:
“A Pierluigi, Laura, Giannina Molla
il ricambio affettuoso insieme al papà e alla nonna degli auguri più vivi ed affettuosi uniti alle preghiere mie e di coloro che mi circondano qui di premure, che rivolgiamo al Signore per tanta benevolenza e generosità.
Aggiungo anch’io un bacio per ciascuno, con tanto affetto, con devozione” Sac. G. O. Marella
“ERA ACCANTO ALLA MAMMA ANCHE UN SANTO SACERDOTE, PADRE OLINTO MARELLA”
Il papà ha sempre mantenuto molto vivo nella nostra famiglia il ricordo carissimo di Padre Marella.
Tante e tante volte mi ha ripetuto questi bellissimi pensieri del Padre: “Il bene bisogna farlo finché si è in vita. É facile lasciare le cose che non si possono portare all’al di là… La vera ricchezza da lasciare è il bene fatto”.
E ancora: “A chi chiede date volentieri, riceverete il centuplo. A chi non chiede date anche più volentieri, possederete la vita eterna”.
E ogniqualvolta il papà mi parlava, con indicibile sofferenza, della mamma e della sua agonia – iniziata poche ore dopo avermi dato alla luce, il 21 aprile 1962, per il subentrare di una peritonite settica come complicanza del parto, e terminata alle ore 8 del 28 aprile quando la mamma è andata in Paradiso, nel suo letto nuziale di Ponte Nuovo -, mi ha sempre detto che “era accanto a lei anche un santo sacerdote che la conosceva da anni, Padre Olinto Marella, che l’ha assistita durante tutta la sua agonia, non l’ha mai abbandonata, e le ha dato l’ultima benedizione”.
Lo ha scritto anche allo zio Padre Alberto, fratello della mamma, medico missionario Cappuccino a Grajaú, Brasile, in una lunga lettera da Lathi, in Finlandia, domenica 12 agosto 1962:
“Carissimo Padre Alberto,
sono quassù, nel nord Europa, da giovedì 2 agosto: ragioni inderogabili di lavoro per la visita a fabbriche di legnami, compensati e mobili e segherie mi hanno chiamato in Svezia dal 2 agosto al 9 agosto ed in Finlandia da venerdì 10 agosto al prossimo mercoledì 16 agosto… In questa tranquilla cittadina di Finlandia, in mezzo a foreste e laghi, in questo pomeriggio di domenica, ho preso il coraggio di scriverti alcuni miei ricordi, di comunicarti i miei sentimenti, di parlarti della Santa mia Sposa, della Santa tua Sorella.
Non ho mai dimenticato in questi anni la lettera e le esortazioni che ci facesti per le nostre Nozze: scopo della vostra vita e soprattutto della vostra nuova vita matrimoniale è di farvi santi. Gianna si è fatta Santa.
La sera stessa, dopo la sua sepoltura, Padre Marella di Bologna, un santo sacerdote che, quasi novello Cottolengo, mantiene con la Provvidenza, giorno per giorno, oltre 400 orfani, che conosceva Gianna e le sue virtù, che l’assistette in tutta la sua agonia, che ne benedisse la Salma e assistette ai suoi funerali, disse al Parroco di Ponte Nuovo (Don Agostino Cerri, ndr): “In tempi in cui la Chiesa era meno burocratizzata, le lacrime, le preghiere, le invocazioni, il trionfo di fede dei suoi funerali, il Martirio della Sua Maternità, avrebbe significato di per sé la Canonizzazione “.
Sì, sono certo che Gianna è Santa… “.
Durante quei giorni così dolorosi Padre Marella è sempre stato molto vicino anche al papà, che gli faceva da chierichetto ogni mattina, quando celebrava la Santa Messa nella Cappella dell’Ospedale San Gerardo di Monza, dove la mamma era ricoverata.
Il papà, in una lettera aperta alla mamma dell’aprile 1973 dal titolo “Testimonianza sulle virtù teologali e sulle virtù morali”, testimonianza richiesta al papà dal Vescovo Mons. Carlo Colombo, noto come “Teologo di Paolo VI”, le scrive:
“… Era accanto a te anche un santo sacerdote, Padre Olinto Marella.
Il Signore non ha potuto accogliere, non ha accolto il pianto, le suppliche, i voti di me che servivo, sempre a stento trattenendo il pianto, la Santa Messa di Padre Marella nella Chiesa dell’ospedale. Non ha potuto accogliere le preghiere dei nostri bimbi, di quel santo sacerdote, dei nostri cari e dei moltissimi che trepidavano per la tua vita, come fossi un membro della loro famiglia…”.
Il 12 maggio 1962, pochi giorni dopo che la mamma era andata in Paradiso, il papà scrive a Padre Marella questa lettera di ringraziamento:
Rev.mo Padre,
con animo profondamente commosso e riconoscente, Le rinnovo il ringraziamento più fervido per le sue veglie oranti, per le Sante Messe e per la Sua piissima presenza tirante al trapasso ed alle esequie della Santa madre dei miei bimbi.
Per i Suoi ragazzi:
Le unisco l’assegno di £. 50.000.- che l’amico Marzola mi ha consegnato per ricordare l’amatissima Gianna.
Le unisco pure:
un assegno circolare di £. 41.000
un assegno circolare di £. 3.000
un assegno circolare di £. 24.700
che, sempre per onorare la memoria di Gianna, hanno offerto vari reparti della lavorazione fiammiferi e accenditori e dirigenti, impiegati, equiparati ed operai dei servizi generali.
Voglia gradire anche l’assegno mio personale di £.100.000 – che sempre per onorare la bontà di Gianna e la sua predilezione per i poveri, mi permetto di unirLe per i Suoi ragazzi”.
E Padre Marella risponde così al papà:
“Al Sign. Ing. Dr. Pietro Molla
Direttore della SAFFA – Magenta – Pontenuovo
giunga con la rinnovata espressione – sempre insufficiente – della più stretta unione d’animo in preghiera, vieppiù in questi momenti – il ringraziamento per tutto quanto ha voluto
far avere a favore di questa P.O. (Pia Opera), e particolarmente per l’offerta personale inviata con assegno C. di £. 100.000 (centomila) e per l’offerta di £. 50.000 (cinquantamila) da parte del comune amico Ing. Marzola, di £.3.000 (tremila), 41.000 (quarantunomila), 24.700 (ventiquattromila700), che in memoria e suffragio della indimenticabile sua consorte, e per onorare la sua bontà, hanno offerto a beneficio di questa P.O. anche vari reparti della lavorazione fiammiferi e accenditori, dirigenti, impiegati, equiparati ed operai dei servizi generali.
Non sia sgradito se si uniscono qui alcuni ricordini apprestati per l’ufficiatura del dì settimo, con cui si è voluto far partecipare tutti gli assistiti al suffragio per quell’anima benedetta e per edificazione anche loro.
Con devozione Sac. O. Marella”.
Padre Marella è stato vicino al papà anche in occasione del primo anniversario della nascita al Cielo della mamma, celebrando la Santa Messa nella Chiesetta della Madonna del Buon Consiglio di Pontenuovo dove erano stati celebrati i suoi funerali, cui il Padre aveva partecipato con i “suoi ragazzi”.
Il papà gli ha poi scritto questa lettera per ringraziarlo:
Rev.mo Padre Marella,
Le rinnovo il mio commosso e fervidissimo ringraziamento per l’atto di squisita cortesia che Ella ha compiuto sottoponendosi a un faticoso viaggio per poter conferire con me nella scorsa settimana a Magenta. Un grazie particolare per la Santa Messa che Ella ha celebrato nella Chiesetta della Madonna del Buon Consiglio per la compianta mia Signora.
Nel formulare gli auguri più affettuosi per la prosperità della Sua preziosissima istituzione, mi permetto di unirLe un contributo per la Sua benemerentissima opera di bene.
Padre Marella, “profeta” della Causa di Beatificazione della mamma, come mi ha sempre detto il papà, ha fatto stampare dalla Scuola Grafica della sua Città dei Ragazzi a Bologna il primo Fascicolo sulla mamma, che raccoglie il suo Curriculum Vitae, la Testimonianza del Padre, Documenti e altre Testimonianze, e la prima pagellina preghiera.
Nella sua commovente testimonianza, che porta la data del 28 aprile 1963, Padre Marella, che conosceva molto bene la mamma, la sua spiritualità e le sue virtù, manifesta tutto il suo dolore e la sua profonda ammirazione, fino ad invocare la proclamazione della sua santità a “voce di popolo”.
“Per Gianna Molla unanime, davvero – vox populi -, in espressione, anzi in esplosione di convinzione di sentimento, pronta e schietta, vasta e profonda, senza riserve, senza eccezione di sorta l’ammirazione, la commozione.. ,
Ha ceduto – pur senza cadere – ogni ponderazione, ogni puntualizzazione di usi locali inveterati, di canoni sacri, pur da rispettare e obbedire, come quando – singolare presagio – era stato accolto con applausi impensati e inusitati il suo ingresso nella Chiesa per il rito nuziale.
Poche volte è dato ripetere e concludere: – “vox populi vox Dei con tanta certezza…”
“In tutte le case dove potrà essere ripetuto il suo nome, sarà vivo il suo esempio, come quello di una santa.
Se l’ossequio alle prescrizioni canoniche non consente che tale appellativo sia usato nel modo della sacra liturgia, se non quando nella Chiesa l’abbia deciso e consentito l’Autorità più eccelsa, si può ben pregare ed invitare a pregare con questa vittima dell’amore materno – concreta applicazione della “legge suprema ” dell’amore di Dio e del prossimo, del “Comandamento nuovo” promulgato da Cristo Gesù”.