Lunedì 11 luglio l’Amministrazione Comunale di Venezia e la Diocesi di Chioggia hanno inaugurato il nuovo “Campo don Olinto Marella” antistante la casa natale del Beato.
Per questa occasione l’Arcivescovo di Bologna, card. Matteo Maria Zuppi, ha recapitato un saluto per partecipare – seppure a distanza – a questo momento di festa e di riconoscimento al nostro Beato.
Qui di seguito il testo letto durante la cerimonia:
Carissimi, vi penso di fronte alla sua casa natale per l’intitolazione del campo al nostro don Olinto Marella. “Nostro” perché è un dono condiviso tra la diocesi di Chioggia e quella di Bologna. La santità, cioé l’amore di Dio che illumina e rende amata la vita, non solo non finisce con il tempo, ma é sempre di tutti, unisce, ci aiuta a camminare insieme.
Olinto Marella lega Pellestrina a Bologna e San Lazzaro. Da una storia di grande dolore, come quella della sospensione a divinis del giovane don Olinto, è nata una storia di grande speranza. Marella, con la sua umiltà e anche libertà, ha ritrovato la via della fedeltà alla Chiesa, proprio a partire del servizio dei più piccoli e dei più poveri.
A ricordarci ogni giorno questo legame tra Pellestrina e Bologna c’è la nostra Chiesa della Sacra Famiglia, voluta con la stessa pianta del Santuario della Madonna dell’Apparizione, cui Marella era molto legato.
Ripenso con commozione all’ex Ricreatorio Popolare voluto da don Marella e da suo fratello Tullio, a quelle stesse frasi che oltre quarant’anni dopo Marella riporterà sui muri della Città dei Ragazzi di San Lazzaro: in perfetta letizia, amatevi l’un l’altro, ma soprattutto Qua libertate Christus nos liberavit. Uomini liberi perché amati da Cristo. E’ la stessa che ancora oggi accoglie subito chi entra nella Città dei Ragazzi.
In quella libertà Cristo ci insegna a seguire la nostra coscienza, a nutrirla, a vivere con responsabilità, fede e con un profondo senso di fraternità. E i primi nostri fratelli sono i più piccoli. Il Beato Olinto Marella è stato un testimone concreto del Vangelo, ha speso tutta la sua vita per gli altri, nella pienezza della sua fede e nella autentica convinzione che la carità e la fede fossero indivisibili.
Bologna è grata di aver avuto in dono questo prezioso testimone che oggi rappresenta per tutta la Chiesa un esempio della fraternità universale che papa Francesco indica come l’unico futuro per vincere le pandemie. Fratelli tutti, ad iniziare dai più piccoli. Come visse, con tanto intelligente e tenero amore, Padre Marella.