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Buon 2026!

Il peso e la leggerezza della memoria

In questo Museo custodiamo la memoria di Padre Marella e di chi come lui ha scelto la parte più difficile: quella di stare accanto agli ultimi, di riconoscere dignità dove altri vedevano solo numeri, di costruire ponti mentre il mondo innalzava barriere. Non custodiamo questa memoria custodendo reperti del passato. La custodiamo come si custodisce un seme: per farla germogliare, per farla vivere nel presente, per trasformarla in azione quotidiana. La memoria non è nostalgia, ma responsabilità. Non ci rivolgiamo al passato per rifugiarcisi, ma per trovare lì le radici di un futuro possibile. Un futuro in cui l’accoglienza non sia un’eccezione generosa, ma la normalità di una società che ha capito che nessuno si salva da solo.

L’augurio per l’anno che viene

Mentre ci prepariamo ad attraversare la soglia del 2026, il Museo Olinto Marella vi augura un anno nuovo che sappia tenere insieme memoria e futuro, radici e apertura, lentezza sapiente e coraggio di agire. Che sia un anno in cui non ci lasciamo travolgere dall’urgenza del presente senza perdere la profondità dello sguardo. Un anno in cui continuiamo a praticare quella “attenzione generosa”, sapendo che ogni volta che riconosciamo l’umanità dell’altro, stiamo costruendo qualcosa di più grande di noi.
Che il 2026 ci trovi ancora capaci di indignarci di fronte all’ingiustizia, ma anche capaci di meravigliarci di fronte alla bellezza dell’incontro. Ancora capaci di resistere alla tentazione della rassegnazione, scegliendo invece la fatica paziente della costruzione quotidiana.
Non sappiamo cosa ci riserverà l’anno che viene. Ma sappiamo che ogni giorno avremo di nuovo la possibilità di scegliere: se correre o fermarci, se chiudere o aprire, se dimenticare o ricordare, se voltare lo sguardo o incontrare gli occhi di chi ci sta di fronte.

Buon anno nuovo a tutti voi. Che sia un anno di ponti, di ascolto, di umanità ostinata.