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Auguri di buon Natale

La lentezza necessaria

Viviamo in un tempo che corre veloce. Un tempo che divide, separa, costruisce muri più rapidamente di quanto riesca a costruire ponti. Eppure proprio in questo frangente abbiamo bisogno di riscoprire un altro ritmo, un’altra misura. “La pace è più lenta della guerra” ricordava Alex Langer con quella lucidità che non ammette scorciatoie. E questa lentezza non è debolezza, non è rassegnazione e non è neanche rinuncia. È sapienza. È la consapevolezza che le cose che contano davvero – la fiducia, il riconoscimento reciproco, la costruzione di una convivenza degna di questo nome – richiedono tempo, cura e pazienza.

L’attenzione come generosità

È la lentezza di chi si ferma ad ascoltare. Di chi presta attenzione – quella che Simone Weil chiamava “la forma più rara e più pura della generosità”. Non l’attenzione distratta, superficiale, di chi guarda senza vedere. Ma l’attenzione profonda, quella che riconosce nell’altro una storia, una dignità, un’umanità che merita di essere vista e ascoltata. Attenzione alle storie che si intrecciano con le nostre, ai volti che incontriamo ogni giorno, alle vite che non chiedono compassione ma riconoscimento. Attenzione a chi arriva da lontano portando con sé fatiche e speranze. Attenzione a chi vive ai margini, reso invisibile da una società che corre troppo veloce per fermarsi a guardare.

Costruire la pace, un giorno alla volta

La pace si costruisce così: un gesto alla volta, un incontro alla volta, una porta aperta alla volta. Senza fretta, senza illusioni di soluzioni facili o immediate, ma con la costanza di chi sa che ogni piccolo atto di accoglienza, di cura, di riconoscimento reciproco è un seme che germoglia. Non esistono ricette miracolose. Esiste la scelta quotidiana di non voltare lo sguardo, di non chiudere la porta e di non rimanere indifferenti. Esiste la decisione, rinnovata ogni giorno, di trasformare la distanza in vicinanza, la diffidenza in curiosità, la paura in incontro.

Un augurio per il nuovo anno

In questo spirito, il Museo Olinto Marella augura a tutti un Natale che sia occasione per ritrovare questa attenzione generosa. Che il nuovo anno ci trovi costruttori pazienti di una pace possibile, capaci di fermarci quando tutti corrono, di ascoltare quando il rumore assorda, di riconoscere dignità in ogni persona che incontriamo. Perché la pace non è un’idea astratta da celebrare nei giorni di festa. È una pratica concreta, quotidiana e ostinata. È la scelta di essere umani – pienamente umani – in un tempo che troppo spesso ci chiede di essere altro.