Bologna, 1924: una bicicletta attraversa le strade della città, dalle aule prestigiose del Liceo Galvani fino alle baracche di Porta Lame.
È Olinto Marella, l’uomo che ha sfidato il suo tempo, conquistando il cuore dei bolognesi. Un intellettuale finissimo che sceglie di farsi ultimo, un sacerdote che dopo 16 anni di silenzio forzato torna a celebrare messa, ma soprattutto un rivoluzionario gentile che fa del pensiero critico e della responsabilità la sua missione educativa.
Nelle aule scolastiche come nelle periferie più disperate, Marella traccia una strada nuova, quella di un Vangelo che non si predica, ma si vive. È così che Bologna lo ribattezza semplicemente “Padre” – padre di tutti, ma soprattutto degli ultimi.